Sista Namely, direttamente dalla Sardegna, è un nome del reggae nostrano con una carriera di oltre dieci anni alle spalle. Dal vivo si esibisce The Islanders e da qualche giorno è uscito il loro disco d’esordio Here and Now. Vediamo cosa ci hanno raccontato.
Haile Anbessa: come è nata la band e avete cominciato a suonare assieme?
Sista Namely: la band nasce nel 2014 dall’esigenza di portare in live i miei progetti da solista e di sperimentare un nuovo background dal vivo. Il progetto è composto da musicisti, nonché amici già attivi in altri progetti quali Islasound, Arrokibi Roots, tutti con la passione per la reggae music e una gran voglia di condividerla. Oggi siamo tanto entusiasti di creare, sperimentare e sviluppare assieme musica nuova.
H.A.: la Sardegna è una grande fucina di talenti nel campo del reggae. Come te lo spieghi questo fenomeno?
S.N.: sono molto fortunata perché come giustamente dici la Sardegna è veramente un terreno fertile per la musica in levare: tanta passione, progetti e produzioni. Io credo che l’universo sia pura vibrazione, e che ognuno richiami un po’ l’onda che va a generare, in sostanza credo che sia la reggae music ad averci scelti, amore ed energia pura. Tuttavia d’altra parte c’è un lungo percorso di promozione che affonda le sue radici tantissimi anni fa, che io ero ancora una bambina, alcune realtà sono ancora stabili e continuano a fare promozione spingendo artisti, organizzando dei festival e altri eventi… Benedettissimi insomma! E credo inoltre che la reggae music sia altresì la voce della resilienza: viviamo in una delle regioni più povere d’Italia, per di più in un’isola dai ritmi lenti, ragion per cui credo sia stato anche naturale esserci identificati con la vibrazione i contenuti di questa musica.
H.A.: parlami del vostro primo disco Here and Now, tematiche, ritmi…
S.N.: Here and Now è formato da nove brani e una dub version. La tematica è una sola: l’Amore e il suo tempo, cioè il presente, qui e ora. Credo che l’amore sia il manifestarsi della connessione tra l’io e il mondo, le persone e l’ambiente e agire secondo questa consapevolezza. Riconoscersi nell’Altro. I ritmi sono il frutto del lavoro della band con il supporto, la collaborazione e l’impegnatissimo lavoro di Antonio Leardi al quale sono molto grata per essere riuscito a farmi lavorare in modo “identico a me stessa” nonché armonico e di e a farmi sviluppare delle modalità di espressione scritta e vocale per me nuove e delle quali sono entusiasta. I ritmi rispecchiano anche ciò che ci piace, dal roots, al new roots, allo ska, brani strumentali e digitali.
H.A.: come è nata la collaborazione con Antonio Leardi e la Black Box Records?
S.N.: la collaborazione con la Black Box Records nasce prima di tutto da una grande stima e profonda fiducia nei confronti di Antonio Leardi che è inoltre un amico. Da parte sua c’è stata subito parecchia motivazione e lungimiranza. Essendo la prima pubblicazione speriamo di portargli tanta fortuna!
H.A.: c’è qualche collaborazione nel disco?
S.N.: nessun featuring ma vi è la dub version di Antonio che consideriamo sia collaborazione che parte integrante connessa al resto. A noi piace un sacco perché è perfettamente in linea con i 9 brani e quindi con il mood del disco.
H.A.: con chi vi piacerebbe collaborare?
S.N.: sono tanti gli artisti che stimiamo anche a livello locale e quelli che ci fanno sognare. Non abbiamo ancora deciso quali potrebbero essere le prossime collaborazioni! Speriamo di farti sapere presto!
H.A.: cosa rappresenta la copertina?
S.N.: la copertina è il lavoro di un noto artista sardo, Andrea Cascìu, il quale dopo averci intervistati ha tirato fuori quell’opera d’arte di cui siamo veramente onorati. Rappresenta la Vita e la stretta connessione tra noi e la Terra.
H.A.: progetti futuri?
S.N.: progetti futuri tanti anche se ora siamo concentrati sul portare in live Here and Now. Come dicevo prima sicuramente qualche collaborazione, dato che ne abbiamo parecchia voglia come continuare a suonare insieme e sperimentare!