Tra i tanti mc che non ricevono tutta l’attenzione che il loro talento meriterebbe, Cali è sicuramente uno dei nomi in cima all’elenco. Già da anni il suo rap evocativo e visionario, condito con una tecnica solidissima e una passione per le sonorità all’avanguardia, è una garanzia per tutti i veri appassionati; e se fosse necessario ribadire il concetto il suo nuovo album, L’uomo con due cuori, conferma tutto ciò che abbiamo appena scritto e alza ulteriormente la posta. Accompagnato da un cortometraggio omonimo, il disco esce per Unlimited Struggle. Per raccontare la sua genesi, Cali e US hanno realizzato un video in cui raccontano il making of di L’uomo con due cuori: potete vederlo qui sopra in anteprima esclusiva per Hotmc. Abbiamo colto la palla al balzo anche per fare qualche domanda a Cali.
Blumi: Era tanto che non uscivi con un nuovo lavoro. Perché aspettare così a lungo?
Cali: Di base, perché ho fatto altro. Ho preso un aereo per Hong Kong dove ho conosciuto belle persone: da lì sono andato ad Opatija (in Croazia, ndr) dove ho scritto un romanzo che credo non verrà mai stampato, poi sono salito a Vienna dal mio amico Fid. Non sento l’esigenza di mostrare la mia faccia in giro o di bombardare di progetti chi mi ascolta. Un sacco di roba che scrivo alla fine non la registro nemmeno, e un po’ della roba che registro scelgo di non pubblicarla. Quando ho un’idea che mi piace, la sviluppo più che posso e la faccio uscire.
B: Cosa significa per te il titolo del disco?
C: Mi piace creare immagini, anche nel dare il titolo ad un progetto. Nella vita ho fatto poche scelte intelligenti. Il titolo nasce da queste due cose combinate. Potrebbe sembrare il nome di un libro: nella mia testa significa proprio “L’uomo che sceglie in maniera poco pensata”. Così, però, suonava un po’ male.
B: Perché accompagnare l’album con un cortometraggio?
C: Ci sembrava il modo più originale per promuovere l’album, anche se forse un po’ penalizzante dal punto di vista dell’attenzione. Sarebbe stato più semplice prendere sei pezzi, fare sei video e prolungare la cosa, ma per come è costruito il disco non sarebbe stata la cosa migliore dal lato artistico.
B: Il tuo è un rap molto intimista e riflessivo, e ultimamente le tendenze generali vanno in tutt’altra direzione. Cosa ascolti in questo periodo?
C: Tutt’altro: Smino, Steve Lacy, Sir, Phony PPL, Csmo Pike, King Krule (un po’ in ritardo), un sacco di roba solo strumentale della Soulection. Non è tutto esattamente rap e penso che i miei ascolti si riflettano su quello che faccio. Quest’ondata non mi piace proprio, a livello di suono.
B: Con questa nuova uscita si consolida il lavoro con Unlimited Struggle. Cosa rappresenta per te?
C: È qualche anno ormai che non faccio parte del roster di US: loro stessi hanno un po’ cambiato forma nel tempo, dando priorità ai singoli artisti piuttosto che ad una squadra, cercando di spingere il loro lavoro come “etichetta discografica”.
Il progetto è stato curato nella sua costruzione da me, Fid Mella e Morphe con l’assistenza del team Hector Macello. Una volta chiuso abbiamo scelto di realizzare l’uscita con Unlimited, in primis per una questione di amicizia e poi per il suono che ha l’album: ha una componente super classica.