Anche questa edizione 2015 del talent per autori di canzoni Genova Per Voi si è concluso con la finalissima di sabato sera. Come ogni anno Hotmc selezionava i finalisti della categoria rap/ hip hop che concorrevano per vincere un contratto di edizioni con Universal Music Publishing. Il concorso ha già portato molta fortuna ai suoi partecipanti, finora: basti pensare al caso di Federica Abbate, vincitrice della prima edizione, che ha scritto i ritornelli di In Radio (Marracash), Roma Bangkok (Baby K), Amore Eternit (Fedez) e molti altri. A differenza dell’anno scorso, però, quest’anno i rapper se la giocavano alla pari con i cantautori: non si trattava di due categorie distinte con due premi distinti, ma di un’unica sezione con un premio unico, che poteva essere vinto alternativamente da un esponente della canzone o da uno di loro. Tra i partecipanti provenienti dalla scena hip hop c’erano Barile, Bucha, Dutch Nazari, Greza, Sfera & Serenase e Martina May (quest’ultima è una cantante, ma come tutti sapete è sicuramente più vicina al mondo dell’hip hop che a quello del pop).
La sezione rap/hip hop attende il suo turno per il soundcheck.
La brutta notizia è che purtroppo non è stato un rapper a vincere, ma il giovanissimo cantautore Mattia Foderà, che con la canzone pop-rock Sei un fenomeno (vedi video sopra) si è aggiudicato il primo premio e la targa speciale assegnata dalla Siae. La bella notizia, invece, è che in assoluto i rapper sono stati riconosciuti come i migliori songwriter di questa edizione, tanto che molti di loro hanno dato una mano ai cantautori – compreso il vincitore – a riscrivere alcuni versi delle loro canzoni durante i laboratori e le esercitazioni. Dopo quest’anno di sperimentazione e commistione, è finalmente chiaro anche agli addetti ai lavori che, se mai ci fosse bisogno di specificarlo, anche chi fa rap è un musicista a tutti gli effetti e generalmente è in grado di scrivere testi più originali e incisivi di quelli di qualsiasi altro genere musicale. Purtroppo, però, la comunicazione tra i due lati opposti della barricata resta piuttosto complicata. Una delle discussioni più rappresentative della questione si è svolta a tarda notte, nella sala della musica dell’Hostellerie di Ovada dove eravamo ospiti. La maggior parte dei testi presentati alla commissione artistica era a tema sentimentale; la differenza è che quasi tutti quelli dei cantautori contenevano le parole cuore e amore quasi a ripetizione, mentre quelle dei rapper esprimevano spesso gli stessi concetti, ma usando un vocabolario molto più ampio e una gamma di metafore quasi infinita (d’altra parte è dimostrato che Bob Dylan usa circa la metà della varietà di parole che usa Eminem nelle sue canzoni). Un dato di fatto, eppure sono in molti quelli che hanno percepito come offensiva o inesatta questa semplice constatazione. La strada da fare perché il valore del rap venga riconosciuto anche da chi si occupa di altri generi è molto lunga.
Una session di interviste sul tetto del Teatro della Tosse a Genova.
Allo stesso tempo, però, per farsi comprendere da altri i rapper dovrebbero farsi un esame di coscienza e smetterla di snobbare tutto il resto. Imparare i princìpi base del linguaggio musicale, in teoria o meglio ancora in pratica, non è una fatica inutile e vi serve davvero, perché il 95% dei musicisti e dei discografici che conoscerete pensa in quei termini, e per lavorare con loro e come loro è bene avere un terreno comune su cui poggiare. Per fortuna, i rapper presenti quest’anno a Genova hanno dimostrato di essere in grado di cavarsela egregiamente, arrivando perfino a fare i cori e ad armonizzare i ritornelli di molti colleghi.
Nei vicoli di Genova a tarda notte, dopo la finale.
Detto questo, come ogni anno non resta che fare i tradizionali ringraziamenti post-gita scolastica: a Barile (che ha scandalizzato una platea di vecchiette con un freestyle sulla piscia ad Ovada), a Bucha (che con i suoi vent’anni era il concorrente più giovane di tutto il concorso e ci ha ridato speranza nella bravura e nell’intelligenza delle nuove generazioni), a Dutch Nazari (che tra una citazione in latino e una perla di lol-rap ha intrattenuto tutta la compagnia guadagnandosi la palma di secchione della classe), a Greta (che essendo astemia è stata in grado di riportarci tutti in camera quando noi non ricordavamo neanche più come ci chiamavamo), a Sfera & Serenase (che sono cugini e vivono insieme in una music farm con le caprette come Heidi, ma purtroppo le caprette non le hanno portate in gita con noi), a Martina May (che nonostante l’influenza e una quantità di sfighe inenarrabili è riuscita a giocarsi la finale alla grande ed è stata a un passo dalla vittoria), a Willie Peyote (presentatore d’eccezione, piace alle nonne come Carlo Conti ed è ormai pronto per Sanremo), a tutti i concorrenti della sezione canzone (in particolare Francesca Bergamaschi che mi ha riportata sana e salva a Milano nonostante fossi moribonda come poche altre volte nella vita), a Franco Fasano (che era lì per fare l’arrangiatore ma si è fatto convincere a furor di popolo a cantare sul palco la sigla di Piccoli problemi di cuore, di cui è autore) alla giuria come sempre composta da Gian Piero Alloisio, Franco Zanetti, Claudio Buja e Klaus Bonoldi, a Simonetta Cerrini, Francesca Farnocchia e Giorgio Alloisio per Atid, e a tutti gli ovadesi che abbiamo svegliato mentre rincasavamo a tarda notte cantando Coez a squarciagola per strada. Genova per Voi torna come sempre nell’autunno del 2016, ma restate sintonizzati su questi schermi, perché come da migliore tradizione è in arrivo la nostra posse cut.