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Genova Per Voi: tre giorni vissuti pericolosamente

20-09-2013 Marta Blumi Tripodi

Genova Per Voi: tre giorni vissuti pericolosamente

“Ieri, in un secondo, mi sono passati davanti 10 anni di gavetta. Non sapevo se ridere o piangere, ce l’ho fatta da solo, senza calci in culo… Ho un contratto Universal!!! Ringrazio chi mi ha supportato fino ad oggi… Piedi per terra ed umiltà, le prime regole per rimanere ciò che sono: un cyborg dal cuore umano!”. Queste sono state le parole con cui stamattina Claver Gold ha annunciato la sua vittoria a Genova Per Voi, il primo talent per songwriter (cantautori e rapper) organizzato dal Comune di Genova in collaborazione con Universal Music e Hotmc. In qualità di trionfatore assoluto della sezione hip hop Claver si è aggiudicato 2000 euro, un contratto di edizioni e una targa di riconoscimento da parte della Siae, che gli regala anche l’iscrizione per l’anno prossimo, ed è anche stato invitato ad esibirsi al Festival della Poesia. La perfetta conclusione di un paio di giorni meravigliosi e intensissimi che Hotmc ha seguito da vicino – fin troppo da vicino: la sottoscritta era presidentessa della giuria – e che ha il piacere di raccontare per chi non c’era e per chi, si spera, ci sarà l’anno prossimo, visto che nell’autunno 2014 il capoluogo ligure replicherà questa riuscitissima esperienza ospitando di nuovo il concorso.

Gli 11 finalisti per la sezione hip hop, ormai lo sapete tutti, sono AlbeOK (Liguria), Blo/B (Lombardia), Claver Gold (Marche), Don Diegoh (Calabria), Loop Loona (Calabria), MC Nill (Umbria), Millelemmi (Toscana), Moder (Emilia-Romagna), Musteeno (Lombardia), Phedra (Lazio) e Piranha Clique (Piemonte). Musteeno è assente giustificatissimo, in quanto è diventato da pochi giorni papà per la seconda volta. I vostri eroi sbarcano a Genova alla spicciolata giovedì per una due giorni di prove e, soprattutto, festeggiamenti. L’idea che sta dietro al concorso, in effetti, è quella di alimentare la collaborazione tra musicisti e consolidare i loro rapporti, e senz’altro la nazionale dei rappusi ha incarnato il concetto alla perfezione: le prime parole che sento pronunciare nella hall dell’albergo, mentre attendiamo di occupare le nostre camere, è “Non m’importa niente della gara”, “Chiunque vinca, oggi vinciamo tutti”, “Sono così felice di essere qui che tutto il resto non importa” e via dicendo. C’è davvero un bel clima da riunione di famiglia, o meglio ancora da gita scolastica, e tocca a me il ruolo della maestrina rompipalle mentre cerco di condurre un gruppo di bambinoni entusiasti e urlanti al primo impegno ufficiale della giornata, ovvero le prove al Teatro della Tosse, cui giungeremo con un ritardo di quasi due ore causa innumerevoli soste prima in Autogrill e poi dal tabacchino, dal kebabbaro e chi più ne ha, più ne metta. Ma in fondo, come diceva il saggio maestro Yoda, “No, provare no! Fare o non fare, non c’è provare”.

Esaurita la formalità delle prove comincia un lungo ciclo di bagordi: in particolare, un aperitivo in piazza offerto da alcuni giovani mc di Genova venuti a fare il tifo, e una cena nell’osteria ufficiale dell’evento insieme ai cantautori (nonché alle cantautrici, per la gioia di alcuni) che concorrono nella sezione denominata musicisti seri (non perché loro sappiano suonare e noi no, ma perché loro sono persone serie e noi no). Dopodiché siamo invitati a partecipare a una conferenza a Palazzo Ducale, che è parte della rassegna legata all’evento: in un salone da mille e una notte, con un lampadario più grosso di tutta casa mia, gli autori di capolavori della canzone italiana come Vacanze Romane o Pensiero stupendo spiegano da dove arriva l’ispirazione che li ha spinti a comporre quei brani. Siamo seduti in penultima fila e la conferenza è molto interessante, ma il richiamo della foresta è più forte: poco a poco tutti gli mc scompaiono per andare a fumare e soprattutto a fare cypha sulla scalinata d’onore del palazzo, e quando dal palco ci chiamano per presentarci al pubblico siamo rimaste solo io e Loop Loona a tenere alto l’onore della categoria (più tardi Millelemmi sosterrà che anche lui era lì e che anzi si era spostato in prima fila per sentire meglio, ma non esistono evidenze a supporto dei fatti). La conferenza termina alle 00.00 passate, ma la notte è giovane, soprattutto perché i Piranha Clique annunciano trionfalmente che si sono portati dietro scheda audio e microfono da studio con tanto di apposita asta, perciò vogliono registrare una posse cut. L’idea viene accolta con entusiasmo.

Quando entriamo in camera loro, risulta subito chiaro che i ragazzi hanno una strana idea del viaggiare leggeri: oltre a microfono e scheda hanno appresso due computer, un iPad, una telecamera e soprattutto una boccia di Hennessey che, inutile dirvelo, non sopravviverà alla tre giorni. Incredibilmente, nonostante il clima da gita scolastica, anziché iniziare a giocare a obbligo/verità gli mc si mettono sul serio a scegliere il beat e poi a scrivere le proprie otto barre sulla tastiera del cellulare, tranne Don Diegoh che davvero non si appunta mai niente e crea tutto nella sua mente come vuole la leggenda, e quindi si limita a fissare il vuoto per una mezz’ora borbottando frasi all’apparenza senza senso. Purtroppo non so dirvi com’è finita la registrazione, perché verso le tre di notte, all’ennesimo giro di freestyle, cedo alla tentazione di andare a dormire (un po’ come Claver Gold, che a dormire ci era andato subito e forse per quello è arrivato sul palco fresco come una rosa e ha vinto). Scopro la mattina dopo a colazione che hanno tirato l’alba, ma che la posse cut è quasi completa. Peccato che fossero tutti troppo sbronzi e nessuno sia in grado di ricordarsi se le rime facevano davvero rima o no, ma si presume di sì.

Il venerdì è il giorno della finale: mentre gli mc si alternano sul palco per le prove, siamo invitati anche a prendere parte a uno speciale di Sky Arte dedicato all’evento. Ci intervistano tutti e dispensiamo verità profonde sulle quattro discipline e sull’arte di scrivere canzoni mentre ci prepariamo psicologicamente alla serata, tutti – me compresa, che sul palco non ci devo salire – emozionatissimi. La giuria è composta dalla sottoscritta, dal presidente di Universal Music Publishing Claudio Buja, da Lorenzo Beccati (autore di Striscia la Notizia e voce del Gabibbo), dal presidente del Festival della Poesia di Genova, da alcuni giornalisti locali e da Massimiliano Vecchi di Doner Music. Funziona un po’ come a Sanremo: i concorrenti si esibiscono con una loro canzone, e vince la più bella. Solo che al posto dell’orchestra c’è un dj Kamo in formissima, e al posto di Pippo Baudo c’è un altrettanto spettacolare Shai (Zulu Nation represents). Superospiti, Zero Plastica che aprono la serata e Rancore e dj Myke che la chiudono. Uno dopo l’altro, i nostri eroi si alternano in scena, uno più bravo dell’altro. Unico assente Musteeno, che comunque viene festeggiato collettivamente mentre la sua canzone registrata invade il teatro con tutti gli mc sul palco che invitano il pubblico a fare casino. Fa una certa impressione vedere cinquantenni intellettuali che alzano le mani sotto il palco insieme ai ragazzini, così come cantautori puri che esclamano “Questi sono mostri veri!” all’indirizzo dei liricisti sul palco. La decisione, per la giuria, si preannuncia durissima.

Ma qualcuno bisogna pur scegliere come vincitore e, incredibile ma vero, quando la giuria si ritira il verdetto è praticamente unanime: Claver Gold ha fatto innamorare tutti. Seguono a ruota Don Diegoh e Loop Loona, secondi a parimerito, e i Piranha Clique, terzi. Quarto nell’ordine delle preferenze c’è AlbeOK. Ma, verità assoluta, non c’è stata una sola performance al disotto dell’altissima media. Forse anche grazie al calore dei molti supporter arrivati da tutta Italia, comprese le famiglie di alcuni dei concorrenti (vedi alla voce Phedra e Moder). Alla proclamazione del vincitore, sembra la finale di miss Italia: tutti che abbracciano il primo classificato commosso e felice. La sua canzone, Cyborg, doveva decretare la fine della storia tra Claver e una ragazza speciale; “In casa sua c’era un profumo che non avevo mai sentito in vita mia, un profumo buonissimo, che non ho mai più dimenticato”. Ma dopo molti colpi di scena ora i due vivono insieme, con un bulldog inglese e uno francese come coinquilini. Un lieto fine perfetto, in tutti i sensi.

La serata si conclude con una cena notturna e un lungo girovagare per i vicoli di Genova in compagnia di Zero Plastica, che si sono gentilmente prestati a farci da guida. Meglio ancora, si conclude all’alba in camera dei Piranha Clique per completare la posse track. Non si sa se vedrà mai la luce per il pubblico, causa handicap alcolici di cui sopra, ma noi restiamo convinti che sia destinata come minimo a un Grammy Award. Prima di ripartire alla volta delle rispettive città, la mattina dopo, ci dedichiamo ad attività prettamente genovesi: chi si reca all’acquario, chi si fa una scorpacciata di trenette al pesto, chi fa shopping di focaccia e pandolce.

Un ringraziamento enorme va a Gianpiero Alloisio e Franco Zanetti, ideatori del concorso. A Simonetta Cerrini e Francesca Farnocchia, che ci hanno fatto da babysitter e ci hanno messo in tutti i modi a nostro agio. A Universal Music, in particolare agli insostituibili Claudio Buja e Klaus Bonoldi. All’osteria La Forchetta Curiosa, che vi suggeriamo di visitare se non altro per dare un’occhiata alla foto autografata dei finalisti che ora campeggia sul muro. Al Teatro della Tosse. All’Hotel Britannia per la pazienza. A dj Kamo, Shai e Zero Plastica, che ci hanno fatto sentire a casa. A Rancore e dj Myke che sono una costante fonte d’ispirazione per chiunque faccia, segua o ascolti rap. E a tutti coloro che stiamo sicuramente dimenticando.

Un grazie al vincitore Claver Gold, per essere il poeta che è. A Loop Loona, che prende tutto il meglio dell’essere donna e tutto il meglio dell’essere rapper e crea la magia. A Don Diegoh, che porta buonumore, amore per l’hip hop e knowledge a pacchi ovunque vada. Ai Piranha Clique, il cui ritornello stiamo canticchiando tutti da tre giorni in quanto anche noi siamo un po’ pugili suonati. Ad AlbeOK, che ci insegna che pop non è una parolaccia. A Mc Nill, che sul palco è una bomba ma ancora non ne ha preso atto. A Phedra, che era al suo primo contest importante ma che ha retto l’emozione meglio di una veterana, e che ci ha commossi tutti (lei sa perché). A Moder, senza la cui allegria, la positività, la tecnica impeccabile e le Moretti da 66 questo concorso non sarebbe stato lo stesso. A Blo/B, che riesce a catturare e coinvolgere anche il pubblico più digiuno di rap. A Millelemmi, che ha fatto innamorare la critica e anche parecchie cantautrici. E soprattutto a Musteeno & figli, perché checché ne dicano alcuni l’hip hop ormai non è più roba da ragazzini, ma da padri di famiglia. Alla prossima edizione!