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Israel Vibration: l’intervista

17-08-2013 Haile Anbessa

Israel Vibration: l’intervista

Hotmc ha intervistato la leggendaria reggae band Israel Vibration presso il celebre Filagosto Festival. Vediamo cosa hanno raccontato Wiss e Skelly ai nostri microfoni. Un ringraziamento particolare a Valentina Paris e al team del Filagosto e a Francesco Carlucci di Fleisch che hanno reso quest’intervista possibile.

Haile Anbessa: è un piacere essere qui con leggende del vostro calibro!

Israel Vibration: è un piacere per noi essere qui.

H.A.: mi piacerebbe cominciare questa intervista chiedendovi quando e come vi siete incontrati…

Wiss: ci siamo incontrati purtroppo o per fortuna a causa della poliomelite. Ci fu una grande epidemia in Giamaica e quindi ci siamo ritrovati nello stesso istituto.

H.A.: e la band quando si formò?

Skelly: gli Israel Vibration? Nei tardi anni Settanta. Io cominciai con gli Hot Lickers, una band che si era formata all’interno dell’istituto dove ci trovavamo. Gli strumenti erano molto semplici, ad esempio il basso era una scatola di metallo con delle stringhe attaccate. Ma furono comunque bei tempi perché all’interno dell’istituto ci sentivamo tutti come fratelli e sorelle.

H.A.: Skelly a quel tempo rappresentavi anche la Giamaica nella nazionale di basket su sedia a rotelle vero?

S.: esatto giocavo per la nazionale ma quando cominciai ad avvicinarmi alla dottrina Rasta non me lo permisero più e non mi considerarono più loro fratello perché mi dissero che adesso avevo altri fratelli.

H.A.: Wiss e tu invece eri un sarto a quel tempo?

W.: si seguivo dei corsi per imparare a utilizzare la macchina da cucire. Quando mi diplomai mi dissero che avevano già un lavoro per me ed era proprio quello di sarto. In quel periodo conobbi Skelly e mi ricordo che anche io mi avvicinai a Rastafari così. Dopo il lavoro avevamo modo di incontrarci, discutere, fumare assieme e leggere la Bibbia. Meditavamo molto e intanto i nostri dreadlocks crescevano.

H.A.: e da li raggiungeste lo studio Channel One?

S.: in questo periodo tentammo anche di entrare all’interno del music business. Incontrammo vari producers finchè non giungemmo a Channel One in Maxfield Avenue. Qui cantai la mia canzone Why Worry e gli piacque parecchio. Tornai con Wiss e la registrammo e successivamente realizzammo in studio anche Bad Intention. Invece che tornare due settimane dopo tornammo già il giorno successivo. In questo fummo aiutati anche da Hugh Booth delle Dodici Tribù di Israele che ci diede un po’ di soldi per tirare avanti. Non fu un aiuto collettivo dell’intera organizzazione ma piuttosto di singoli.

H.A.: nel 1982 poi vi recaste negli Stati Uniti…

W.: andammo per motivi di salute e poi ci tornammo nel1983 aNew York. Ottenemmo dei visti in qualche modo e avevamo deciso di rimanere, di cambiare un po’ aria rispetto al solito. Ma i visti scaddero e quindi non ci fu più possibile.

H.A.: fu in questo periodo che vi separaste da Apple? (il terzo membro originario degli Israel Vibration ndr)

S.: non siamo stati noi a separarci da Apple (ride). La gente continua ad affermare che noi ci saremmo staccati da Apple ma non è andata così. Nel 1983 fu lui a decidere di iniziare una carriera da solista. Poi ci ripensò e poi ancora. È stata sempre una sua decisione quindi non nostra.

W.: quando i visti scaddero nel 1983 quello gli diede la spinta per lasciarci perché noi tornammo indietro visto che non potevamo più lavorare legalmente mentre lui decise di non farlo. Se qualcuno decide di andare noi non siamo nessuno per dirgli di no e fermarlo. Lui provò anche ad andare alla Ras Record e proporsi come artista solista ma la Ras non accettò perché ci voleva ancora assieme. O uniti o nulla. Cambiò idea parecchie volte a tal proposito. Non è colpa di nessuno però è volontà dell’Altissimo.

H.A.: il vostro nome è legato a Israele e avete realizzato anche un leggendario tour in Medio Oriente, immortalato nel dvd Reggae in the Holy Land. Cosa vi ricordate di quell’esperienza?

S.: siamo stati in Israele tre volte e così abbiamo potuto vedere tutte le cose di cui abbiamo letto a lungo nella Bibbia. È stata una bella esperienza e mi sono divertito molto. Il nostro nome comunque non è preso in onore del paese bensì dalla Bibbia, da Giacobbe e dai suoi dodici figli.

H.A.: state lavorando a qualcosa di nuovo?

W.: siamo sempre al lavoro su qualcosa di nuovo, cantiamo sempre se l’atmosfera è quella giusta. Molte cose verranno prossimamente.