STEPPING - DALLA STRADA AL PALCOSCENICO
Roma, 28 Giugno 2007
La terrazza del Pincio è famosa per essere uno dei luoghi più suggestivi e romantici della città eterna. In occasione della prima finale del concorso The Dance Contest organizzato per promuovere il film Stepping Dalla strada al palcoscenico uscito nelle sale italiane il 6 Luglio, Sony Pictures ha scelto questa splendida location per dar vita a un’ottima serata Hip Hop. Dalle 21.00, presentati daRido, dieci gruppi di ballerini finalisti si sono esibiti con coreografie mozzafiato: Dasin Ombre, Break Da Beat, Jackass, Blissfull, Boo-Ya, All for One, Looking Over, Out Rule, One in Half e Heroes Crew hanno dato il meglio per dimostrare la forza individuale tramite la coesione, la forza e lo spirito di gruppo.
L’emozione cresce ancora di più quando sul palco salgono i primi ospiti della serata, i Cor Veleno, che offrono uno show pulito e potente, mentre il pubblico risponde entusiasta ai pezzi di repertorio come Trastevere e anche a quelli nuovi di zecca del loro ultimo album Nuovo nuovo; Grandi Numeri, Squarta e Primo Brown sono animali da palcoscenico, ci sanno fare, sanno quello che vogliono e lo ottengono coinvolgendo gli intervenuti. Terminato lo show, dopo un po’ di suspence e tra gli applausi, gli Heroes vengono proclamati vincitori: sono stati loro infatti ad affrontare il 5 Luglio a Milano il gruppo finalista della seconda gara del Dance Contest. Tra richiami e urla del pubblico, è la volta di Dj Baro, Danno e Masito aka Colle der Fomento. Il pubblico è trepidante, si infuoca, richiede i pezzi e canta tutti i ritornelli, compresi quelli di Anima e Ghiaccio: Colle der Fomento con il rap, suona più forte delle bombe… ed è vero, i cori lo testimoniano e la gente che stringe le mani al Danno quando scende dal palco per avvicinarsi alla folla anche. Terminato lo show è la volta di ascoltare sulle ruote d’acciaio l’ottimo Ice One e subito dopolui, Grandmaster Flash, l’ideatore della Clock Theory (cioè la tecnica che consiste nel segnare il centrino del vinile in un punto esatto per trovare senza difficoltà il suono da scratchare, n.d.r.) e del cutting; dal momento in cui prende il dominio della console Flash non fa altro che ripetere You don’t speak english, Idon’t speak Italian, but we speak Hip Hop! e tra un cutting e l’altro, seleziona con cura meticolosa le colonne sonore portanti dell’hip hop mondiale, da Prince ai Naughty by Nature, passando per Michael Jackson fino ad arrivare ai Nirvana e a Beyoncé. L’unico neo della serata è stato l’intervento delle forze dell’ordine che hanno imposto lo stop alle 01.00 in punto. Ottima serata, ottima location, ottimi artisti, complimenti vivi all’organizzazione di Sony Pictures. Hotmc a fine serata ha anche intervistato i Colle der Fomento, storico gruppo capitolino che da pochi mesi porta in giro per lo stivale il tour dell’ultimo disco Anima e ghiaccio.
Leva57: Questa serata è stata organizzata per promuovere il film Stepping Dalla strada al palcoscenico; voi avete spesso, fin dal primo album, citato film come Toro scatenato e Guerre stellari. Qual è il vostro rapporto con il cinema?
Colle der Fomento: Per noi i film fanno parte della cultura. Noi inizialmente, nel nostro primo album citavamo solo film che parlano di Roma. Ultimamente invece siamo andati più in là con le citazioni, giusto per farti qualche nome ci siamo ispirati a Fellini, Pasolini, Scola. Soprattutto Pasolini rappresenta l’essenza del nostro ultimo album: le persone semplici, le borgate, la gente e la città povera, cioè tutto ciò che ricorda la nostra infanzia.
L57: C’è secondo voi un filo conduttore tra film come Breaking e Stepping?
CdF: C’è la strada che incontra il pubblico, un rapporto essenziale. Noi pagavamo una discoteca pomeridiana per entrare e poter fare freestyle, una volta si faceva una vera e propria gavetta. Facendo tutti i palchi con 10 persone sotto impari un sacco di cose sulla tecnica, sulla tenuta della voce, sulla comunicazione. Siamo arrivati al primo disco nel 1995 che avevamo già sulle spalle 4 anni di live, l’esperienza vale molto. I piccoli gruppi devono organizzare, anche in unpiccolo locale, situazioni per pochi, devono fare esperienza anche se tra poche persone. Alcuni di noi sono o sono stati dei writer e possiamo dirti che una volta non si mettevano i pezzi in pubblico, si dipingeva in un posto nascosto, in periferia, finchè non raggiungevi il livello; dietro tutto c’era studio e ricerca: raggiunto il livello poi portavi agli altri. Oggi tutto questo non c’è più, appena un gruppo esce con una strofa vuole fare un disco, stanno in copertina con i soldi e con i brillanti in mano. Questo lo può fare chiunque, ma il livello è bassissimo.
L57: E per quanto riguarda la scena dei breakers, cosa ricordate?
CdF: Qua a Roma c’era Crash Kid che ballava nei mega cerchi in Galleria Colonna, lui era uno che voleva la comunità, voleva che l’hip hop si diffondesse col cuore. Lui ci diceva sempre di cantare quando al centro di Roma si formavano i cerchi con gli stranieri anche se noi ci vergognavamo. Il breaking si salva, ancora si fa all’aperto, con il cappellino per raccogliere i soldi. Non deve essere solo quello, non siamo vecchi che dicono Deve essere solo come una volta, oggi fa schifo, anche se la troppa moda in questo ambiente ha rovinato un po’ le cose. Si sente il bisogno di roba nuova, è vero, ma si potrebbe prendere come esempio Next One: lui ogni volta che balla porta passi nuovi, ha raggiunto quel livello di tecnica talmente alto che non ha la coreografia in testa, è tutto istinto, Next lega le varie cose, sente la musica, cosa che molti breakers o ballerini in generale non fanno, anche se magari vanno a tempo.
L57: So che state suonando parecchio in giro, il tour come sta andando?
CdF: Il tour va bene, stiamo davvero suonando molto, alcune date addirittura le abbiamo rifiutate. Ormai abbiamo 32 anni, suonare per tre giorni di seguito in giro per l’Italia è tosta quindi tendiamo a suonare meno e di non suonare spesso negli stessi posti.
L57: Molti gruppi spesso dopo l’uscita ufficiale di un loro prodotto, pubblicano una Remix Edition. Avete intenzione di pubblicarne una di Anima e ghiaccio?
CdF: No, a noi dà pure un po’ fastidio, è solo una strategia di mercato. Quando ascolto lo stesso lavoro di un gruppo remixato ci viene a nausea. Noi siamo usciti tardi, dopo otto anni, però non usciremo subito, ci sarà un tempo in cui penseremo, ritroveremo le forze per un disco nuovo; abbiamo comunque intenzione di uscire con un cd in mp3 che sarà anche di bassa qualità, dove metteremo tutto ciò che è stato fatto in giro, dai live alle registrazioni inedite, diciamo che usciremo con un prodotto fatto un po’ meglio degli street album di oggi.
L57: Non usciranno video per Anima e ghiaccio?
Cdf: Noi manchiamo di un video, stiamo decidendo se fare Ghetto Chic o Capo di me stesso. Ci sono dei modi di fare che noi non rispettiamo, lavoriamo a questo disco come ci va: di solito esce il disco e la gente fa il video, ma non abbiamo avuto delle buone idee. Poi pensiamo che il video non consista nella promozione del disco.
L57: Lo considerate come un qualcosa in più?
Cdf: Si è una cosa a parte, che porta aggiunta, si… una bella cosa in più.
L57: C’è qualcosa che in tutti questi anni non avete mai fatto, a causa della mancanza di tempo o per semplice dimenticanza?
Cdf: Non abbiamo mai ringraziato le persone che ci ascoltano, che ci seguono da anni. Con Anima e ghiaccio abbiamo visto molta gente ritornare, gente che non vedevamo da tantissimo tempo. Tutti i posti dove abbiamo suonato fino ad oggi sono stati stracolmi di gente.
L57: Al Brancaleone addirittura la sera della presentazione del disco c’è stato il tutto esaurito…
Cdf: Ti diciamo di più, addirittura al Brancaleone 500 persone purtroppo non sono entrate. Volevamo quindi ringraziare queste persone che fanno si che la nostra musica vada avanti. Non è retorica, noi facciamo altri tipi di lavori per andare avanti e se troviamo le forze dopo una giornata di lavoro per prendere un treno viaggiando 7-8 ore e una volta arrivati suonare magari anche alle 3 del mattino, chiedendo permessi di lavoro, vuol dire che ci teniamo. Grazie quindi di cuore, davvero, a tutta la gente che ci supporta. E’ stato bello constatare di essere supportati, anche se inizialmente pensavamo che il nostro suono fosse antico rispetto a quello che va di moda adesso: siamo convinti che se una cosa vale, non ha tempo. Per noi “Sxm” è attuale, quello è lo spirito. Grazie a tutti.