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Asun Eastwood: l’intervista

17-10-2020 Luca Gissi

Asun Eastwood: l’intervista

A quella “nuova vecchia scuola” sempre più chiacchierata, con un suono e attitudine che volendo confluiscono nell’universo Griselda, si sono affiliate file di rapper sempre più larghe, gente poco propensa alla musicalità quanto più a raccontare la loro vita con l’estetica più fresca del genere. Ed è anche qui che tra polverosi sample troviamo Asun Eastwood, un personaggio eclettico direttamente dai sobborghi di Toronto, Canada: è questo l’ambiente che racconta e romanza, il tutto sotto lo stile più hardcore, black e cattivo del mondo. Sono già tanti i nomi con cui ha collaborato, da alcuni tra i più importanti della scena underground come AlDivino, Rome Streetz, 38 Spesh, Flee Lord fino allo stesso Conway The Machine casa Griselda, arrivando a leggende come Buckwild. Da fan attento alle novità di quell’ambiente il suo nome non mi è passato inosservato e così, dopo aver visto il personaggio, ho provato a contattarlo per scambiarci due parole. Si è confermato un carattere frizzante, molto legato ai valori di strada, molto saggio in quello che dice e ancora più riconoscente in quello che fa: lo ha dimostrato anche rispondendo alle umili domande di un ragazzo italiano che vive con la testa dall’altra parte dell’Atlantico. Asun però parlando di musica parla anche profondamente di sé, talvolta con stereotipi hip hop da uscirne fuori per insegnarci alla fine che tutto il mondo è paese, di come l’Italia sia amata all’estero e promettendo di tornarci dopo il Covid. Nel frattempo siamo pronti per un piccolo viaggiò in quel di Toronto!

Luca Stardust: Sotto i commenti dei tuoi video si dice spesso che il tuo rap sia come andrebbe fatto, nonostante nel 2020 sia abbastanza coraggioso, coraggioso e molto artistica come tutta la corrente che avete creato lì. Che ne pensi?

Asun Eastwood: Dico solo le cose come stanno; quando lo faccio è come se parlassi ad uno dei miei fratelli più piccoli. Il mio stile è fin troppo sfacciato quindi non c’è nessuna possibilità di fraintendere quello che sto dicendo. Prendere o lasciare.

L. S.: Quindi come molti colleghi di quella scena, la produttività non è un problema. Perché hai deciso di lavorare il più possibile ma riuscendo comunque a non cadere in banalità?

A. E.: Vedo la scrittura allo stesso modo in cui vedo qualcuno allenarsi per le olimpiadi: più lavori più otterrai. Sono figlio degli anni ’80 ciò significa che ho un sacco di esperienze da raccontare. Essere originali e avere contenuti freschi è facile vivendo qui. Scrivere è la mia scappatoia. Se ogni microfono del mondo smettesse di funzionare continuerei a prendere una penna e scriverei ogni giorno.

L. S.: A differenza di altri venendo dal Canada e non dagli Us quali sono i limiti che il territorio impone e quanto è facile superarli?

A. E.: Siamo costantemente trascurati ed è sempre stato un limite del Canada. Drake ha aperto alcune porte ma non per la parte underground. Abbiamo mostri qui da noi; voglio dire, abbiamo sempre avuto rapper quaggiù, le persone devono solo ripassare la storia. Molte persone in America non capiscono che la città di Toronto è molto diversa dal resto del Canada. Tutti quelli che sono venuti spesso ci hanno paragonato ad una piccola New York. Ci va bene anche essere considerati i cani inferiori. Veniamo dal fondo perciò ci troviamo bene anche qui.

L. S.: Tra le tue influenze di sempre possiamo citare…

A. E.: Sono stato influenzato da tanti artisti e non solo da rapper. Amo il soul, r&b e il jazz. Miles Davis è la persona più dolce che sia mai esistita in musica secondo me. Alcuni dicono che sono vecchio ma semplicemente mi piace la musica fatta con l’anima; insomma mi piace roba che puoi sentire dentro non giochi di parole. Voglio sentimenti.

L. S.: Una traccia, un disco, un featuring che consigli a chi non ti conosce e perché;

A. E.: Wow, questa è dura. Asun’s Story del mio primo progetto Nimbus è la storia di quando venni sparato, è sentita e mi porta indietro ad un momento assurdo della mia vita: questa traccia quindi potrebbe essere una piccola introduzione a quello che è veramente il mio modo di vivere. Sewer Science è un album che ho droppato a gennaio 2020 interamente prodotto da Vago. Penso che le persone abbiano dormito su questo disco ma sono ancora in tempo per recuperarlo. Ho collaborato con mio fratello nel nuovo album della Family Gang Black chiamato Ventilation, nella quarta traccia Life of pain. È un feat assurdo, ho deciso di parlare un po’ di più della mia vita e del dolore che viene con essa.

L. S.: Sul tuo ultimo album, Bite The Bullet, da dove nascono il concept del disco e la collaborazione con Daniel Son e Futurewave?

A. E.: Ogni volta che lavoro con i miei fratelli è sempre in maniera casuale. Non lo pianifichiamo praticamente mai. Semplicemente ci vediamo e facciamo musica. Facciamo musica così velocemente che in un paio di settimane abbia un album pronto. Anche il titolo viene dal rifiuto, non siamo la regola e perciò le persone tendono ad ignorarci. Il proverbio dice di “stringere i denti” ed andare avanti quando le persone ti rifiutano. Ma noi lo abbiamo capovolto in questo lavoro. Abbiamo detto “Nah, fanculo a tutti…è il tuo turno di stringere i denti”.

L. S.: E su Carpe Noctem?

A. E.: Ahh uomo! Carpe Noctem ha iniziato alla grande il mio anno. Tanti saluti a Big Ghost. Mi ha scritto nei DM un giorno e mi disse che stava facendo un progetto con i figli puttana più malati dell’underground e così mi ha chiamato per farne parte. Non ci ho pensato due volte. Big Ghost sta sparando roba così forte che era un sì obbligatorio.

L. S.: Domanda da un ragazzo italiano: non pensi che l’Italia sia sempre più rappresentata nei testi rap anche da voi per la moda, le macchine e l’immaginario criminale?

A. E.: Certo. Il rap mafioso e la glorificazione della vita di quel giro sono stati a lungo parte dell’hip hop. Penso a film come Il Padrino, Quei Bravi Ragazzi, Bronx, Casinò, Soprano. È interessante per noi figli degli anni ’80 che veniamo dai quartieri. Vedere questi personaggi gangsta ricavare qualcosa dal nulla, è il sogno americano oltre le Flyleathers e cagate varie. In più tutte le case di moda e i designer. Ferrari, Maserati, Lamborghini…avete portato un bel po’ di merda sulla tavola. Sono stato in Italia, sulla costiera Amalfitana. È stupenda e costosa ma ho visto anche le persone povere non solo i turisti, ho sentito le storie di sofferenza. Anche voi venite dalla sofferenza. Quindi ci sono alcuni cose identificative nella tua cultura che si allineano con i mali che affrontiamo nel Nord America.

L. S.: Come hai affrontato il periodo del covid dal punto di vista musicale e cosa hai in programma per il futuro?

A. E.: Il covid è stata la miglior cosa successa per la mia carriera musicale. Ho iniziato a produrre di più. Ci ho dedicato il doppio del tempo alla musica rispetto a prima. Ho 6 album finiti negli ultimi 6 mesi con produttori e gente diversa; ho anche iniziato a lavorare di più sulla parte internet e ad imparare sul business. Sono concentrato! Non vedo l’ora che le persone sentano quanto sia migliorato e sento che in realtà abbiamo solo iniziato, sto ancora raggiungendo il mio vero potenziale. Tenete d’occhio il mio instagram (@asuneastwood_toma) perché sta arrivando un sacco di roba. TOMA!

(Intervista in lingua originale)

Luca Stardust: Your rap is just like a “how this should be done”, and carry on this philosophy in 2020 it’s quite brave, brave and so artistic like the whole current you’ve created there. What do you think?

Asun Eastwood: I just tell it how it is. When I’m in the booth I visualize myself talking to one of my younger homies. My tone is brash so there’s no chance to misconstrue what I’m saying. Take it or leave it.

L. S.: So, just like a lot of your colleagues of that scene, productivity isn’t a problem. Why have you decided to work as much as possible without, however, ever falling into banality?

A. E.: I see writing the same way I see someone training for the olympics. The harder you work the better you get. Im an 80’s baby which means I have a lot of life experiences. Being original and having fresh content is easy because I’m out here living it. Writing is my escape. If every microphone in the world stopped working I’d still pick up a pen and write daily.

L. S.: Unlike others, comin from Canada and not from Us what are the limits that territory impose and how easy is it to pass over them?

A. E.: We are constantly overlooked and it’s been the story coming out of Canada. Drake opened up some doors but not for our underground lane. We got killers out here, I mean we’ve always had spitters out here, people just gotta check the history. Most people in America don’t realize that the city of Toronto is much different then the rest of Canada. We’re like the NYC of Canada. Anyone that has experienced our city usually compares us to a baby NYC. We have a lot of similarities being a metropolitan city. We like being the underdogs tho. We come from the bottom so we’re comfy here.

L. S.: Among your influences ever you could quote…

A. E.: I’m influenced by many artists and not just rappers either. I love soul, r&b and jazz. Miles Davis is the smoothest person to ever exist in my opinion. Most people say I’m an old soul, I just like music with soul. I like shit you can feel not just wordplay and wit. I need feeling.

L. S.: A track, a record, a featuring you recommend to those who don’t know about you and why;

A. E.: Wow that’s tough. ‘Asun’s Story’ off my first project ‘Nimbus’ is a true story of when I got shot, it’s personal and it brings me back to a crazy time in my life so that track would be a mini introduction to what my lifestyle truly is. My ‘Sewer Science’ LP is an album I dropped January 2020 fully produced by Vago. I think people slept on that album, in time they’ll catch on tho. I was featured on my brother – Family Gang Black’s new album called ‘Ventilation’, track 4 ‘Life of Pain’ is a dope feature I get to tell some more of my life and the pain that comes wit it.

L. S.: About your last record, Bite The Bullet, where did the concept of the record and the collaboration with Daniel Son and Futurewave came from?

A. E.: Whenever I work wit my brothers it’s always organic. We never really plan it. We just come together and make music. We make music so fast that in a couple weeks we have an album done. The title comes from rejection tho, we’re not the norm so people tend to write us off. The saying is you got to “bite the bullet” and move on when people reject you. But we flipped it on them. We said nah, fuck y’all…it’s your turn to bite the bullet.

L. S.: And what about Carpe Noctem?

A. E.: Ahhh man! Carpe Noctem started my year off right. 1000 salutes to Big Ghost. He up my DM’s one day and said he’s doing a project wit the illest muthafuckas in the underground and he wanted me to be a part of it. I didn’t think twice. Big Ghost BEEN killing shit so that was an automatic yes.

L. S.: Question from an italian: don’t you think that Italy is more and more represented in rap lyrics for high fashion, cars and criminal imagery?

A. E.: Yea. The mafioso rap style and glorification of that mob life has been a part of hip hop for so long. I think movies like The Godfather, Goodfellas, A Bronx Tale, Casino, The Sopranos etc. Is attractive to us 80’s babies that come from the hood. Seeing those gangster characters turn nothing into something is the American dream. Plus the fly leathers and shit. All the fashion houses and designers. Ferrari’s, Maserati’s, Lambo’s…y’all brought some fly shit to the table. I been to Italy, I stayed in Amalfi Coast. It’s beautiful and expensive. I saw poor people too not just the tourist. I heard the stories of struggle. Y’all come from struggle too. So there’s some relatable things in your culture that aligns with the struggles we face in North America

L. S.: How you faced up covid period under musical point of view and what’s on about the next future?

A. E.: Covid is the best thing that happened to my music career. I started creating more. I put double the time into music then I was putting before. I have 6 albums completed over the last 6 months. With different producers and collaborators. I started networking more and learning the business more too. I’m focused! I can’t wait for the people to hear how much better I am. I feel like I’m truly just getting started and my true potential is being reached. Lock in to my Instagram (@asuneastwood_toma) because a lot of shit is coming. TOMA!