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Perché Blu sta cancellando i suoi pezzi a Bologna: riassunto delle puntate precedenti

11-03-2016 Marta Blumi Tripodi

Perché Blu sta cancellando i suoi pezzi a Bologna: riassunto delle puntate precedenti

Blu è considerato uno dei più influenti street artists al mondo, non solo per la qualità delle sue opere ma anche per l’approccio assolutamente genuino e non speculativo che ha sempre mantenuto nei confronti dell’arte di strada. Non c’è da stupirsi, quindi, che oggi abbia deciso di compiere un gesto eclatante per rimarcare tutto ciò in cui crede.

Ricapitolando: qualche mese fa a Bologna è stata annunciata l’inaugurazione della mostra Street Art: Banksy & Co, in cui sarebbero stati esposti pezzi letteralmente strappati ai muri delle strade della città, con l’obbiettivo di “preservarli e salvarli dalla distruzione e dal degrado” (il che, ovviamente, di solito è proprio la ragione per cui un writer decide di dipingere in alcune zone: per porre rimedio alla bruttura e al degrado di quei luoghi). Fortunatamente pare che le opere rubate ai muri di cui sopra non saranno messe in vendita al termine della mostra, ma comunque si tratta di un’esposizione a pagamento, ragion per cui c’è qualcuno che guadagnerà da questa operazione, e qualcun altro che invece non potrà più ammirare gratuitamente pezzi, murales e stencil che erano stati piazzati in bella vista e in luoghi pubblici proprio perché tutti potessero goderne. Altro punto controverso riguarda il patron della mostra, Fabio Roversi di Monaco, identificato da alcune realtà come una figura non propriamente favorevole ai movimenti urbani e di protesta della città di Bologna (vedi l’articolo di Wu-Ming Foundation di stamattina, da cui proviene anche la foto che vedete qui sopra): l’idea che possa in qualche modo trarre vantaggio dal prodotto di quegli stessi movimenti è insopportabile a molti, Blu compreso.

Per tutti questi motivi, questo weeekend Blu – che è suo malgrado presente all’interno della mostra con alcuni pezzi sottratti alla strada senza il suo permesso – ha deciso per protesta di coprire buona parte dei suoi pezzi ancora presenti a Bologna, dipinti nel corso degli ultimi vent’anni, come spiega sul suo blog: ad aiutarlo ci sono diversi attivisti dei centri sociali – paradossalmente alcuni di loro sono stati denunciati per imbrattamento mentre cancellavano i graffiti – e moltissimi spettatori si sono già radunati ad ammirare lo scempio, senza parole. E’ un giorno molto triste per l’intera scena urban nazionale e internazionale.