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Mc Nill: l’intervista

23-09-2014 Marta Blumi Tripodi

Mc Nill: l’intervista

E’ una delle pochissime freestyler italiane in grado di competere con gli uomini (e stracciarli, spesso e volentieri); ma mc Nill è molto più di questo. Lo ha dimostrato con l’uscita del suo primo EP, Presibbene, che nonostante sia il suo primo esperimento discografico mostra senz’altro che la ragazza ha tutte le carte in regola per farsi strada all’interno della scena rap di casa nostra. L’abbiamo raggiunta in studio di registrazione, dove sta ultimando il suo primo album ufficiale, per parlare del suo passato e del suo futuro, alla vigilia del suo ritorno a Mtv Spit. Ma soprattutto alla vigilia della nuova edizione di Genova Per Voi, di cui è stata una delle finaliste l’anno scorso.
Blumi: Sei in giro già da un bel po’, ma per inaugurare la tua discografia ufficiale hai scelto di uscire con un EP, Presibbene, anziché con un album. Come mai?

Nill: Ho deciso per questa soluzione perché quelli raccolti nell’EP sono pezzi molto diretti, che arrivano subito al punto: li ho pubblicati per primi per chiudere un percorso e poi concentrarmi sull’album. Sentivo, dopo l’esperienza della mia prima edizione di Spit, di avere delle cose da dire, e avevo voglia di dirle in un certo modo, in faccia, per così dire. La tracklist ha un’attitudine street, anche nella struttura (niente bridge, strofe dritte e solide). Rappresenta senz’altro una parte di me, ma non è l’unica cosa che so fare: per l’album, in effetti, sto lavorando in modo molto diverso, con più calma. Ci ho messo un po’ a mettermi all’opera anche perché consideravo prioritaria l’esperienza dei live, in modo da farmi le ossa sul palco. Inoltre dovevo imparare a lavorare in studio nel modo giusto, perché Presibbene è la prima cosa che registro in maniera seria.

B: In effetti tu vieni soprattutto dal freestyle: prima di Mtv Spit c’è stato anche un ottimo piazzamento al Tecniche Perfette…

N: Ho cominciato a fare rap quando ero ancora giovanissima, ma durante l’adolescenza ho avuto un lungo periodo di pausa dall’hip hop: continuavo a seguirlo, ma non ero più in attività. Diciamo che all’epoca ero molto incasinata, e sentivo di non poter dire niente di significativo se prima non avessi messo dei punti fermi nella mia esistenza. Sarebbe stato come comprare le tende senza avere ancora una casa, non so se mi spiego. Ho affrontato per la prima volta il Tecniche Perfette a vent’anni, un po’ tardino rispetto alla media dei miei colleghi, dopodiché ho cominciato a cimentarmi in una serie di contest. Al di là dei risultati ho notato che mi faceva bene, perché io sono una persona molto timida e salire su un palco per fare freestyle mi aiutava a mettermi in gioco. Non sono un’mc da battaglia, comunque, di quelle che sparano 30 punchline al minuto: uso il freestyle per mandare messaggi al pubblico, prevalentemente. E credo sia proprio questo che la gente apprezza di me.

B: A Spit, invece, come sei arrivata?

N: Non ne ho la minima idea! (ride) Avevo già girato un po’ di contest, anzi, si può dire che quasi ogni weekend ero impegnata in una sfida diversa, in tutta Italia. Probabilmente mi hanno preso in considerazione proprio perché il mio nome era uno di quelli che si riproponevano ciclicamente tra i finalisti dei vari contest. Anzi, spero che continuino a selezionare i concorrenti con questo criterio, cercando in giro per la penisola i ragazzi che emergono dal sottosuolo. È stata una bella esperienza e mi ha davvero dato tanto, anche perché ho conosciuto molte belle persone durante le registrazioni. L’unico problema è stato che, come dicevamo prima, essendo io molto timida trovarmi davanti alle telecamere è stato un po’ uno shock! Però è stata un’occasione di crescita, perché ho capito che quello era un mio limite e ho avuto modo di lavorarci.

B: Quest’anno tornerai davanti alle telecamere un’altra volta, perché sei stata nuovamente scelta tra i concorrenti di quest’anno. Come ti senti all’idea di rimettere piede nella gabbia?

N: Sinceramente non avevo l’ansia di essere richiamata: è successo, e sicuramente farò il mio come ho sempre fatto. Il mio intento è far sì che l’ansia del momento non prevarichi l’essere me stessa. A Mtv Spit voglio portare Nill, come farei in un qualsiasi altro contest: battute, risate, ironia e humor, senza fare sconti a nessuno. L’anno scorso non sono riuscita a far uscire il mio lato “buffone” e “grottesco”, che scherza su tutto e tutti, arrivando a fare del black humour. Lato che chi mi sta accanto da un po’ conosce benissimo. Se l’anno scorso ero classificabile come la ragazzina umbra imparanoiata, quest’anno sarò la donna senza peli sulla lingua, pronta a ridere degli altri e di me stessa per far divertire i presenti. Nutro un grande rispetto per i partecipanti, scanniamoci nella gabbia e poi andiamo a far baldoria tutti insieme.

B: Tornando all’EP, ci sono due pezzi in particolare che si differenziano dagli altri: il primo è Ne vale la pena

N: Nasce dal beat, che mi è piaciuto tantissimo fin da subito e mi ha fatto ragionare su come si fosse evoluto il mio percorso di mc e di essere umano: da un paesino dell’Umbria fino ai palchi delle grandi città, spinta soltanto dalla mia passione, per poi domandarmi ogni sera se ne vale la pena. Sacrificare le mie sicurezze per inseguire i miei sogni, vivere una vita così diversa da quella dei miei coetanei… Io per ora (e per fortuna) me la sto cavando abbastanza bene, ma è sempre difficile. Così come è difficile per tutti coloro che inseguono una carriera artistica, o che hanno preso una laurea con grande fatica ma trovano lavoro solo come magazziniere.

B: Il secondo, invece, è Molto di più, una canzone d’amore dedicata alla tua compagna.

N: In tutte le interviste che ho fatto finora me lo chiedono: “Come ci si sente a fare rap essendo dichiaratamente omosessuale?”. E io ho sempre ribadito che non cambiava niente, l’unica differenza era che, se avessi dovuto scrivere una canzone d’amore, avrei parlato di una ragazza anziché di un ragazzo. Alla fine l’ho fatto davvero: è un pezzo molto semplice, ma in un periodo in cui tutti puntano sul dramma e sulle complicazioni, io ho voluto fare il contrario. La gente che lo ascolta lo apprezza molto e ne sono molto felice.

B: Nessuno ha avuto una reazione un po’ spiazzata?

N: Sì, qualcuno che pensava che stessi parlando di mia sorella, mia madre o un’amica molto importante c’è stato! (ride) Devo dire, però, che la maggior parte della gente ha capito subito che si trattava di una canzone d’amore. Anzi, molti mi hanno detto che la cosa migliore del pezzo è che rende “normale” una cosa che già di per sé è normale, e la cosa mi fa davvero molto piacere, perché lo scopo era proprio quello.

B: Beh, era ora!

N: Infatti: trovo molto triste che la maggior parte dei cantanti pop gay, anche quelli dichiarati, debbano scrivere rivolgendosi all’altro sesso anziché al proprio per paura che la gente lo giudichi. Un conto è se l’artista lo fa per scelta propria, un conto è se questa scelta è dettata dalla paura di essere giudicati. Bisogna sdoganare i sentimenti veri anche nelle canzoni, e infatti sono molto felice di avere avuto occasione di cantare Molto di più anche sul palco del gay pride di Bologna

B: E com’è andata? Mi par di capire che sia stata un’esperienza molto emozionante…

N: A manetta: è come essere un napoletano che canta per Maradona! (ride) Sono un’attivista dei diritti gay fin da quando ero ragazzina, seguo molto la comunità GLBT, ma non ho mai avuto la faccia tosta di chiedere di farmi suonare durante gli eventi Arcigay. Quest’anno l’idea è partita da loro ed ero al settimo cielo! Anche perché sono stata la prima a suonare, nel momento dell’arrivo del corteo: un’ansia incredibile, soprattutto perché tutti gli altri artisti convocati suonavano musica pop e io ero convinta che mi avrebbero tirato i pomodori… (ride) Invece l’accoglienza è stata fantastica e il pubblico numerosissimo (si parla di decine di migliaia di persone). Mi veniva da piangere, da urlare, ero emozionatissima!

B: A proposito di emozione e belle esperienze: domani i finalisti di Genova Per Voi della sezione rap/hip hop arriveranno a Genova per le giornate di laboratori in previsione della finalissima. Tu l’anno scorso sei stata una dei finalisti: racconta qualcosa ai tuoi colleghi di quest’anno…

N: Genova Per Voi è una figata: oltre ad essere molto stimolante dal punto di vista artistico, è anche un’esperienza davvero divertente. Il confronto con colleghi di alto livello (l’anno scorso c’era gente del calibro di Claver Gold, Millelemmi, Loop Loona, Don Diegoh e tanti altri) ti aiuta davvero tanto: è un momento di crescita, di scambio, di nuove sfide a cui noi mc non siamo tanto abituati, come quella dell’esibirsi in un teatro. Ma è anche un momento di grande amicizia e condivisone, anche perché la sezione hip hop se la vive in maniera molto rilassata e fa squadra. È una grande festa a cui tutti partecipano volentieri: trascorrere tre giorni tutti insieme è una cosa che difficilmente ti ricapita, oltretutto a Genova, che è una città bellissima.

B: Last but not least: progetti futuri?

N: Nuovi video, nuovi live, ma soprattutto il nuovo album, che dovrebbe uscire proprio il prossimo inverno. Nel frattempo sto anche collaborando con i progetti Le Cose Cambiano e Indie Pride, entrambi contro l’omofobia: Indie Pride, in particolare, è una rassegna che si concluderà con un mega concerto il 18 ottobre al TPO di Bologna, che vedrà la partecipazione di numerosi artisti della scena indipendente italiana rock e hip hop, sia etero che omosessuali.