L’autunno è ormai alle porte, e ci sembrava carino chiudere quest’estate che in fondo non è mai arrivata davvero con un bel report del concerto milanese di Snoop Dogg, di cui ci siamo largamente occupati in precedenza. Come sempre lo facciamo sia a parole che per immagini, grazie alle bellissime foto scattate dalla nostra Giulia ‘Ghostdog’ Alloni che potete vedere nella gallery qui sopra.
L’atmosfera che regnava all’Ippodromo era davvero elettrica, e piacevolmente retrò: pochini i giovanissimi, ma in compenso migliaia i veterani che affollavano la spianata davanti al palco. L’impressione era che la platea fosse anche più numerosa di quella del concerto dei Wu-Tang Clan dell’anno scorso, cosa che francamente nessuno si sarebbe aspettato. La serata cominciava con due lunghi live di Entics e Mondo Marcio, che insieme sono durati più del set di Snoop; un po’ per l’età media abbastanza alta e un po’ per la profonda differenza di stile all’interno della line-up, insomma, i due opening act rischiavano di sembrare un po’ fuori luogo, ma c’è da dire che alla fine, con grande professionalità, sono riusciti a tenere molto bene il palco e a non inimicarsi un pubblico tradizionalmente molto difficile (leggi: quello che ha acquistato a caro prezzo il biglietto non per vedere te, ma per vedere qualcuno infinitamente più famoso di te). Molto gradito anche l’arrivo di Bassi Maestro come special guest di Mondo Marcio. Quando finalmente è venuto il turno del nostro eroe, il dubbio che serpeggiava tra i paganti è stato sciolto definitivamente: no, non si trattava di un concerto reggae, che anzi non è praticamente stato citato se non in qualche omaggio qua e là. Si è trattato invece di un live rap serratissimo, che ha ripercorso tutta la lunga carriera di Snoop dalle origini ad oggi e non ha lasciato assolutamente delusi i suoi fan: una carrellata di hit una dopo l’altra sparate a mitraglietta, nella mano destra il microfono e nella sinistra un enorme joint da cui aspirava vaporose boccate a mo’ di aerosol nelle pause tra le rime. A coadiuvarlo quando l’effetto delle ganja si faceva più psichedelico c’era anche Kurupt alle doppie e l’immancabile mascotte a forma di cane, la stessa che imperversa nei suoi concerti dai tempi di Doggystyle (e che qualcuno temeva sarebbe stata sostituita in pianta stabile dall’ologramma di Tupac). Il concerto si è concluso purtroppo molto – troppo – in fretta, dopo un’ora scarsa di setlist, con il pubblico che cantava in coro il ritornello di Young, wild & free.
PS, angolo paparazzi: alcuni nostri inviati speciali nel backstage ci raccontano che dopo il concerto Snoop ha richiesto una quantità industriale di M&M’s, che poi ha regalato a tutti (anzi, tuttE, i maschi erano banditi) coloro che andavano a trovarlo in camerino, e che adora l’Italia perché tutti quelli che lo incontrano, come prima cosa, gli regalano qualcosa da fumare.
Ph: Giulia ‘Ghostdog’ Alloni, tutti i diritti riservati