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Disastri discografici annunciati: il caso di Azealia Banks

10-07-2014 Marta Blumi Tripodi

Disastri discografici annunciati: il caso di Azealia Banks

Di Azealia Banks vi avevamo già parlato l’anno scorso: è una delle rapper al femminile più interessanti e capaci degli ultimi anni. Nulla a che vedere con i personaggi costruiti a tavolino alla Iggy Azalea, insomma. Il paradosso, però, è che Iggy Azalea (ex modella e probabilmente aiutata da una schiera di ghostwriter nella sua attività musicale), ha un contratto multimilionario con la Island Def Jam, mentre Azealia Banks è appena stata scaricata dalla Universal, senza avere prodotto neppure un album. Perché?

La spiegazione è semplice, e sta a monte, non a valle. Ex attrice e bambina prodigio (a 17 anni aveva già un contratto con la XL Recordings, la stessa di gente del calibro di Adele e Tyler the Creator), dopo una serie di successi DIY diffusi grazie al passaparola era stata reclutata addirittura dal manager di Lady Gaga, che si era offerto di rappresentarla. Lui stesso le aveva procurato un contratto con la Universal Interscope, che era stata ben felice di accettare, visto che aveva da poco lasciato la XL a causa di un conflitto di idee. Poco dopo, però, manda a quel paese anche lui, dichiarando “Voleva solo sfruttarmi economicamente”. Il suo primo album ufficiale con Universal, Broke with expensive taste, è previsto per il 2012, ma non uscirà mai: in compenso, Azealia comincia a lanciare via Twitter invettive contro la sua casa discografica, addirittura pregando la concorrente Sony di rilevare il suo contratto.

I suoi post, con il passare dei mesi, si fanno sempre più avvelenati: “Avrei dovuto firmare con Sony, e farei qualsiasi cosa per tornare ad essere con la XL Recordings. Sono stufa di dover consultare ogni volta un gruppo di vecchi signori bianchi per poter fare la mia roba da ragazza nera. Non sanno neanche cosa stanno ascoltando. Sto letteralmente pregando di essere scaricata dalla Universal… Devono passarmi a un’altra label che sappia cosa fare di me”. Alla fine la Universal ha esaudito il suo desiderio stamattina ma, come è ovvio che sia, non c’è nessun’altra casa discografica disposta a rilevarla, per ora: troppo problematica. E con tutta probabilità Broke with expensive taste rimarrà comunque nelle mani della sua vecchia label, o peggio ancora non vedrà mai la luce. Insomma, la sicura promessa Azealia Banks è rimasta praticamente ferma per tre anni a causa delle discussioni di cui sopra, e la gente rischia di dimenticarsi di lei (tanto che nel frattempo la scarsina Iggy Azalea è diventata una superstar).

Morale della favola: giovani rapper, se sospettate che firmare un contratto con un’etichetta o una major che non vi rappresenta possa rendervi così incredibilmente infelici, tanto da dover poi ricorrere a gesti così eclatanti per liberarvene, non firmate fin da subito, perché la situazione è destinata a peggiorare con il passare del tempo. Non basta avere talento per riuscire a sopravvivere nella giungla della discografia, e un contratto, anche se sulla carta ottimo, può comunque non rivelarsi giusto per voi e per le vostre esigenze. Fidatevi del vostro istinto e affidatevi a chi rispecchia il vostro approccio, non necessariamente al nome più prestigioso.