HOTMC

Speciale Fly Girls: la quasintervista a The Essence

13-05-2013 Marta Blumi Tripodi

Speciale Fly Girls: la quasintervista a The Essence

Ritorna il nostro speciale sulle ragazze e l’hip hop, in cui ci proponiamo di fotografare tutte le eccellenze al femminile della scena italiana. Stavolta è il turno di una beatmaker, una delle più chiacchierate dell’ultimo periodo: The Essence. Giovanissima (vent’anni compiuti da poco), dotata di un talento davvero raro e di uno stile molto personale, nonché di un’umiltà e di una voglia di mettersi in gioco altrettanto preziose, tra i suoi ammiratori conta pezzi da 90 del rap italiano. Nonostante la sua giovane età nella scena della sua zona ha già avuto modo di farsi conoscere e di collaborare con parecchi mc, cosa che l’ha poi portata a farsi notare da Ghemon e a realizzare il featuring Smisurata preghiera, che l’ha portata all’attenzione di tutta la penisola. Ma lasciamo la parola direttamente a lei, che ci racconta i suoi progetti passati, presenti e futuri.

Blumi: Cenni biografici.

The Essence: Mi presento: sono Rossella Spena, meglio conosciuta come The Essence. Ho vent’anni e vivo a Caivano, un paese nell’area Nord di Napoli.

B: Che lavoro fai nella vita, musica a parte?

T.E.: Fortunatamente ho la possibilità di studiare: frequento la facoltà di Scienze e Tecniche Psicologiche alla Federico II di Napoli.

B: Quando hai cominciato a fare beat e come sei arrivata fino a qui?

T.E.: Ho cominciato a fare beat all’età di 15 anni, anche se a 17 mi fermai per un anno sabatico e ripresi quasi a metà dei 18. In ogni caso, tutto è nato quando mi sono avvicinata all’hip hop grazie ad un mio caro amico: mi ha insegnato le basi per la produzione musicale dato che ne ero affascinata, poi ho coltivato questa passione da sola. Ho cominciato a produrre artisti emergenti, infatti a Napoli si era già sentito parlare di me in giro, ma la mia vera occasione è stata produrre il beat di Smisurata Preghiera per Ghemon. Anche se per me produrre il mio artista preferito, più che un’occasione da sfruttare “per arrivare”, è stato un onore immenso e un sogno realizzato.

B: Oltre a fare beat, ti occupi/ti sei occupata di qualche altra disciplina dell’hip hop?

T.E.: Mi viene da sorridere! Questa domanda mi fa ricordare di un’estate di 4/5 anni fa in cui mi improvvisavo writer. Purtroppo ho solo vandalizzato muri, infatti non ho insistito per molto, dato che una corsa da una volante della polizia mi ha fatto capire che era meglio appendere le bombolette al chiodo!

B: Quando ti sei accorta che l’hip hop poteva diventare qualcosa più che un hobby, per te?

T.E.: Per me l’hip hop non è mai stato un hobby! Nel senso che l’ho sempre apprezzato e portato avanti come una passione, sia da ascoltatrice che da produttrice. Ora come ora è difficile vivere di musica, pochi ci riescono. Non nascondo che sarebbe il massimo per me, solo che sto cercando di realizzarmi principalmente negli studi. Cerco di far convivere entrambe le cose: non mi sentirei affatto pronta a lasciare l’università per fare solo musica. E’ una strada troppo insicura, purtroppo.

B: Finora quanta musica hai pubblicato e diffuso?

T.E.: Su YouTube c’è Smisurata Preghiera con Ghemon, Cattivo con Nazo, Copacabana con i Kimicon Twinz, Musica Illegale con Dome Flame (che a breve si troverà anche su iTunes). Sul mio profilo Soundcloud ci sono varie strumentali e un paio di remix e pezzi che faccio di notte, così, senza senso. Su Bandcamp c’è il mio primo lavoro di strumentali: Pyramids EP. Anzi, colgo l’occasione per ricordare che la label tedesca Amajin Records ha trovato il mio lavoro così interessante che me ne ha proposto la distribuzione di un’edizione limitata in copia fisica, acquistabile sul loro sito.
B: Qual è il tuo legame con la scena della tua zona?

T.E.: Il mio rapporto con la scena di Napoli è davvero buono! Nell’ultimo periodo ho avuto la fortuna di avere a che fare, sia musicalmente che non, con persone stupende come Nazo e gli altri dell’It’s Classic Crew, con i Kimicon Twinz (LeleBlade e Dome Flame, in particolar modo con Dome Flame perché abbiamo lavorato a Musica Illegale e tra pezzo e video abbiamo passato molto tempo insieme), così come anche con il collettivo della Gas Family, crew emergente (siamo “cresciuti” più o meno insieme quest’anno). Quello che mi fa più piacere però è l’essere apprezzata anche da artisti affermati, che sono un po’ le icone dell’hip hop napoletano, come Dope One, Speaker Cenzou, Paura, Fabio Farti, Dj Uncino, Rametto e tanti altri.

B: Preferisci fare beat per rapper/cantanti o produrre lavori interamente strumentali come il tuo ultimo EP?

T.E.: Ultimamente sto producendo molti più beat per rapper e devo dire che lo preferisco! Invece, per quanto riguarda le strumentali, credo di aver bisogno di crescere artisticamente nella ricerca sonora, perché non voglio riproporre pezzi simili a quelli di Pyramids EP, anzi, cerco sempre sperimentazioni nuove. Infatti l’ultima strumentale prodotta è un pezzo molto vicino al genere 2step (per chiunque voglia ascoltarla, si chiama Snapbacks e si trova sul mio profilo soundcloud).

B: Un consiglio per chi vuole iniziare: da dove si comincia a fare la beatmaker?

T.E.: Si comincia dall’ascolto. Ascoltare musica, tantissima, di tutti i generi. Mai fermarsi ad uno solo, è un errore imperdonabile per una persona che vuole cominciare a produrre. Le doti necessarie sono sicuramente pazienza, perché all’inizio è molto dura capire come si mettono le mani sul sequencer; allenamento, un buon orecchio musicale, cercare di essere originali, e tanta passione. Le cose da procurarsi se si vuole iniziare: sicuramente è indispensabile è un buon pc e una tastiera. Personalmente ho anche una scheda audio, un controller midi, un paio di casse monitor (perché il lavoro, anche per quanto riguarda missaggi e mastering dei miei pezzi, lo faccio io, nel mio piccolo). I primi passi da fare sono sicuramente passare giornate tra sequencer e tutorial finché non cominciano ad uscire i primi beat decenti.

B: Tu di solito campioni? Se sì, cosa?

T.E.: Nel 90% dei miei pezzi parto da un sample. Per me non ha importanza da dove provenga il campione, basta che suoni da Dio inserito in un beat.

B: Hai studiato musica?

T.E.: Sì, ho studiato sia pianoforte che chitarra e, anche se ero piccola e molte cose non le ricordo, mi è servito molto. Ci sono produttori hip hop che sono bravissimi con batterie e sample, ma poi non riescono a trovare le note per il basso. Non dico che è impossibile fare i beatmaker senza aver studiato musica, anzi! Ma a mio parere si parte molto svantaggiati.

B: Secondo te, perché in Italia (e più in generale nel mondo) la percentuale ragazzi/ragazze nell’hip hop è così sfavorevole?

T.E.: Credo che si ponga troppo l’accento su questa storia dei maschi e delle femmine, l’hip hop è un genere musicale come tanti altri e non mi pare che i jazzisti maschi odino le jazziste femmine o viceversa. Il fatto è che nell’hip hop ogni cosa diventa un caso. Dal pezzo che è “commerciale” o “underground”, al fatto che: “Ah, fai hip hop? Ma pensa ad altro, che sei una donna!”. Bisogna fregarsene di queste convenzioni e fare musica al di là di tutto, anche del sesso.

B: C’è un pregiudizio piuttosto diffuso nei confronti delle donne nell’hip hop. Lo hai mai subìto sulla tua pelle?

T.E.: Fortunatamente no, non ho mai subito alcun pregiudizio, anzi. Molti amici che fanno rap mi hanno aiutato e anche un po’ protetto. Grazie a Dio ho avuto molti fratelli maggiori nell’ambiente. Credo ne subiscano molti di più le ragazze che fanno rap, non le beatmakers.

B: Per molti maschi, ragazze vs hip hop è come donne vs motori, un’accoppiata decisamente poco azzeccata. Dicci un motivo per cui secondo te hanno assolutamente torto e un motivo per cui secondo te potrebbero avere un po’ di ragione.

T.E.: Piccola premessa: per me se un rapper fa schifo, fa schifo e basta, a prescindere dal sesso. Altra premessa: personalmente non sono così femminista come ci si potrebbe aspettare da una ragazza in un ambiente così maschile. Non mi interessa difendere la mia categoria o fare “guerre di sesso”, ma semplicemente fare buona musica. Comunque, un motivo per cui hanno assolutamente torto è semplicemente che trovo ingiusto giudicare un pezzo dal fatto che sia cantato da una donna o da un uomo. Odio la mentalità troppo chiusa di alcuni esponenti dell’hip hop. Un motivo per il quale forse hanno un po’ ragione è la tipa dei Troupe D’Elite, ma ricordo che è accompagnata da due tipi che sono peggio di lei.

B: Esistono altre beatmaker donna, sia in Italia che nel mondo? Quali sono le tue preferite, quelle che consiglieresti a tutti di ascoltare?

T.E.: In Italia conosco Elisa L-Iz e Marta Peekay! Sono molto brave e consiglio a tutti di cercarle e ascoltarle. Per il resto la prima che mi viene in mente è Nina Kravitz (anche se non fa hip hop), che è una bravissima dj/producer.

B: Il beat (altrui) che avresti voluto produrre tu?

T.E.: Ritrovarsi Ancora di Dj Shocca

B: Il musicista che avresti voluto essere?

T.E.: Bonobo

B: I tuoi beatmaker preferiti?

T.E.: Dj Shocca assoluto capo in Italia, Bonobo, JDilla, 9th Wonder, Premier, Harry Fraud, Fid Mella. E sicuramente qualcun altro che scordo.

B: Ultimo disco acquistato?

T.E.: The Neighbourhood – I love you

B: Ultimo concerto a cui hai assistito?

T.E.: Lana Del Rey a Roma, qualche giorno fa.

B: Definisci la tua musica in cinque parole.

T.E.: Originale, femminile, forte, astratta, da trip.

B: Perché hai scelto l’aka The Essence?

T.E.: Leggendo Kafka mi sono immedesimata nella frase “La mia paura è la mia essenza, e probabilmente la parte migliore di me stesso”.

B: L’ultima volta che ne abbiamo parlato mi hai detto che stavi risparmiando per comprarti un giradischi e poter così campionare da vinile. Ce l’hai fatta?

T.E.: Sì, ho preso un Technics e un mixer alla buona con cui non posso scratchare, ma per ora mi accontento di rubare sample!

B: Nel giro di pochi mesi, e a soli vent’anni, sei diventata davvero celebre. Che effetto fa?

T.E.: Non mi reputo affatto celebre! Sono abbastanza conosciuta, ma chi mi conosce sa che ho i piedi ben solidi a terra. Più che altro l’effetto di produrre il mio artista preferito supera di gran lunga qualsivoglia sensazione di celebrità.

B: Quali sono stati i complimenti più belli che hai ricevuto finora (e da chi)?

T.E.: I complimenti sono tutti belli. Scherzi a parte, quelli che mi hanno fatto più effetto sono stati quelli di Speaker Cenzou, che a Napoli è un po’ come Maradona! Oltre a questi i più belli sono stati quelli di Johnny Marsiglia, Big Joe e Mecna, che hanno anche ascoltato Pyramids. Ma in generale un po’ tutti mi fanno i complimenti, spero duri parecchio!

B: Se in futuro tu potessi vivere solo di musica e magari aprire una tua etichetta, quale sarebbe il primo progetto a cui ti dedicheresti, o l’artista/ gli artisti che ti piacerebbe produrre?

T.E.: Il primo progetto a cui mi dedicherei sarebbe un gigantesco mixtape di rapper di varie nazioni. Se avessi un’etichetta produrrei artisti emergenti, in particolar modo chi non ha il supporto che merita ma ha talento da vendere.

B: Progetti futuri?

T.E.: Per ora ho un paio di beats da parte per un nuovo progetto. L’unica cosa certa è che non sarà di sole strumentali (un progetto che magari preparerò in parallelo), ma non sarà neanche un album ufficiale. Purtroppo, o per fortuna, a settembre partirò per l’Erasmus e sarò fuori Italia per un po’. Ci saranno comunque produzioni mie in vari album, anche di artisti importanti a livello nazionale, quindi non sparirò assolutamente! E quando tornerò, preparerò sicuramente un album ufficiale. Promesso.