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Mellow Mood: l’intervista

06-12-2012 Haile Anbessa

Mellow Mood: l’intervista

Subito dopo il loro concerto milanese abbiamo avuto modo di scambiare due parole con Lorenzo e Jacopo, i due fratelli gemelli anime dei Mellow Mood.

Haile Anbessa: Come è nato il gruppo?

Mellow Mood: la band si è formata intorno al 2005 ed è nata come tanti altri gruppi. Eravamo un gruppo di amici con la passione per la musica. Alcuni elementi sono cambiati o sono arrivati in seguito mentre noi ci siamo dall’inizio. Il minimo comun denominatore fra noi è sempre e comunque una grande amicizia che ci lega.

H. A.: la passione invece per i ritmi in levare come è sbocciata in voi?

M.M.: a noi è capitato quello che capita e capiterà a molte altre persone. Abbiamo incontrato il reggae, lo abbiamo amato fin da subito e non lo abbiamo più abbandonato. Lo sai bene anche tu penso! (ridono). È una cosa molto difficile da spiegare a livello di sensazioni. Il primo ascolto, come capita spesso per la stragrande maggioranza delle persone, è avvenuto tramite Bob Marley e poi abbiamo cominciato ad ascoltare tutto il resto.

H.A.: quali sfumature del reggae prediligete?

M.M.: praticamente tutte. Ascoltiamo soprattutto il reggae giamaicano naturalmente e ci piacciono numerosi artisti di quella scena. È difficile sceglierne alcuni e scartarne altri perché sono davvero tutti ottimi artisti.

H.A.: featuring dei sogni?

M.M.: questa è una domanda a cui rispondere è praticamente impossibile perché come già detto ci piacciono praticamente tutti. Se rimaniamo però nella dimensione del sogno come hai detto tu ci piacerebbe fare un featuring con Bob Marley come ha fatto Lauryn Hill! (ridono). Con la tecnologia oggi tutto è possibile!

H.A.: e in Italia chi vi piace?

M.M.: in Italia abbiamo un’ottima scena reggae, da Mama Marjas a Lion D a Raphael degli Eazy Skankers ai Dot Vibes ai Train To Roots fino a tutti gli altri, anche se abbiamo come l’impressione che a livello europeo non siamo poi tanto riconosciuti come tali. Non siamo considerati granchè ma si sbagliano alla grande. Non dimentichiamoci mai che Alborosie è italiano.

H.A.: secondo voi questo gap tra noi e il resto d’Europa da cosa è determinato?

M.M.: il distacco non è tanto a livello tecnico. La questione secondo noi è legata ai mercati musicali più o meno chiusi. In Francia ad esempio è più difficile suonare e venire quindi conosciuti per un gruppo non francese. In Italia invece siamo più aperti ai gruppi non nostrani. All’estero spingono maggiormente i loro artisti perché il mercato è molto più ampio rispetto al nostro per quanto riguarda il reggae. Noi parliamo comunque per esperienza personale quando diciamo che dichiarare di essere italiani all’estero può essere uno svantaggio. Il perché non ci è ancora del tutto chiaro.

H.A.: avete menzionato Albo. Quest’estate vi ho visti al Rototom salire sul palco con lui ed esibirvi. Sensazioni di quella sera?

M.M.: guarda la cosa è nata veramente per caso, da un’idea di Filippo Giunta, l’organizzatore del Rototom che ci ha proposto questa cosa e l’ha fortemente voluta. Per questo gli saremo sempre molto grati perché salire sul main stage del Rototom in Spagna è stata una cosa eccezionale, salirci con Alborosie davanti a 30.000 persone lo è stato ancora di più. È stata una cosa molto breve ma estremamente intensa!

H.A.: pensate in futuro di continuare questa collaborazione con Alborosie?

M.M.: in verità noi qualcosa gli avevamo già proposto però lui aveva già avuto delle uscite in Italia. Per il futuro prossimo speriamo proprio di sì, ovviamente!

H.A.: parliamo ora del vostro nuovo album Well Well Well…

M.M.: è uscito a maggio e anche questo come Move una raccolta di varie canzoni. In questo caso però l’offerta è certamente più varia. Ci sono infatti canzoni molto recenti così come tracce che suonavamo già dal vivo da tempo. Se dovessimo descriverlo in due parole potremmo definirlo un’aperta dichiarazione d’amore alla musica reggae tutta. Nel disco infatti abbiamo tentato di esplorare tutte le varie sfumature, anche se è piuttosto difficile in un solo disco.

H.A.: pensate di tornare in studio presto o per ora vi dedicate solamente al tour?

M.M.: in verità contemporaneamente al tour siamo sempre in studio. Abbiamo pronte alcune collaborazioni con artisti giamaicani che faremo uscire presto e un altro paio di chicche legate a Well Well Well.