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Speciale under 21: la quasintervista a Nayt

30-11-2012 Marta Blumi Tripodi

Speciale under 21: la quasintervista a Nayt

Continua il nostro viaggio nell’universo degli artisti al di sotto dei 21 anni di età. Stavolta tocca a Nayt, a grande richiesta: letteralmente, perché quando abbiamo chiesto consiglio ai nostri lettori riguardo ai giovani rapper più meritevoli, è stato il nome in assoluto più segnalato (anche Sace, protagonista della scorsa puntata, lo aveva citato tra i tre mc under 21 da tenere d’occhio). Romano, diciott’anni compiuti di recente, si è fatto conoscere ad appena 15 anni e a 17 ha pubblicato il suo primo album ufficiale, dal titolo Nayt One. L’etichetta romana che l’ha prodotto sta facendo molto parlare di sé in questo periodo: è la 40 Ladroni Records, fondata dal cantante e produttore G-Lu, nipote italoamericano di Coolio. Campione di views su YouTube (ma non solo), qualche giorno fa ha pubblicato un nuovo singolo, 40. Lo abbiamo sottoposto al nostro solito terzo grado via mail per scoprire qualcosa in più su di lui e sulla sua stella in ascesa.

Hotmc: Città e anno di nascita.

Nayt: Isernia, 1994, ma vivo a Roma da sempre.

H: Che cosa fai nella vita, a parte il rapper?

N: Studio.

H: Se con la musica non andasse come previsto, che lavoro ti piacerebbe fare “da grande”?

N: Ci ho pensato tanto, per ora nulla. Niente mi appassiona come questo.

H: Consideri il rap un passatempo o un lavoro vero e proprio?

N: E’ un lavoro e una passione: concentro la maggior parte delle mie giornate nella musica.

H: Come hai scoperto l’hip hop?

N: Da piccolo, con l’hip hop americano; poi, crescendo, ho scoperto il rap italiano.

H: Qual è stato il primo disco italiano che hai ascoltato? E quello americano?

N: Il primo disco italiano, se non ricordo male, Roccia Music di Marracash; quello americano, Encore di Eminem.

H: Qual è stato il primo concerto italiano a cui sei andato? E quello americano?

N: Il primo live a cui sono stato era di 3D, la presentazione del suo primo disco ufficiale. Quanto a quello americano, sono stato al concerto di Wiz Khalifa quando è venuto a Milano.

H: Il beat su cui avresti voluto rappare tu.

N: Nessuno lo dice di Fabri Fibra.

H: Il pezzo che avresti voluto scrivere tu.

N: Alla fine nessuno: voglio solo scrivere i miei pezzi, non c’è niente di meglio per me stesso.

H: Quando hai pubblicato il tuo primo pezzo, e di cosa parlava?

N: A 14 anni, poco dopo aver cominciato a rappare: principalmente esprimevo quello che mi opprimeva, è stato una grande valvola di sfogo.

H: Quando hai pubblicato l’ultimo lavoro, e di cosa parlava?

N: L’ultimo lavoro uscito è il singolo/video 40, collaborazione internazionale estratta dal mio disco Nayt One: abbiamo pensato a un singolo che ci rappresentasse.

H: Quando hai deciso di fare sul serio con il rap?

N: Da quando ho firmato con la mia etichetta discografica, la 40 Ladroni Records: ho cominciato a vedere la musica anche dal punto di vista lavorativo, ho cominciato a pensare che si poteva fare.

H: Il testo o la rima che hai scritto di cui ti senti più fiero.

N: “Non ho mai parlato a nessuno senza un interesse”, niente di più vero! (ride)

H: Ascolti anche musica che non c’entra con il rap?

N: Principalmente solo black music.

H: Cosa ascolti più spesso nel tuo iPod, al momento?

N: Credo Mac Miller.

H: Secondo te, perché proprio adesso c’è stato un boom del rap tra i ragazzi italiani?

N: Tanti fattori; sicuramente anche lo sviluppo dell’uso di Internet, che ha portato sia una grande propagazione del genere che uno sviluppo del rap italiano in sé.

H: C’è chi dice che l’hip hop è una musica per giovani e quindi dovrebbe essere fatta solo da giovani. Tu sei d’accordo?

N: Mah, chiunque può fare ogni genere di musica, se fatta bene spacca sempre.

H: Oggi quanto contano le views su YouTube per diventare un rapper di successo, secondo te? E quanto conta spaccare nei live?

N: Sicuramente conta molto di più spaccare nei live, ma ad oggi se non ti crei una buona immagine sul web e non ottieni riscontro su un portale come YouTube è anche vero che, a eccezione di rari casi, la gente difficilmente viene ai tuoi live non conoscendoti.

H: Partecipare ai contest di freestyle: sì o no (e perché)?

N: Non sono un freestyler, non faccio freestyle se non a tempo perso.

H: Rivolgerti solo ai tuoi coetanei nei tuoi pezzi: sì o no?

N: Mah, io punto anche a gente più grande di me: più sono, meglio è, ma è anche più difficile.

H: Una cosa che secondo te la nuova scuola dovrebbe imparare dalla vecchia scuola.

N: Non saprei, io stesso non penso di aver imparato qualcosa dalla vecchia scuola. Mai ascoltata.

H: Viceversa: una cosa che secondo te la vecchia scuola dovrebbe imparare dalla nuova scuola.

N: Non lo so, magari nuovi suoni, non saprei proprio.

H: Cita tre rapper under 21 da tenere d’occhio.

N: Sicuramente Low Low, Sercho e Rocco Hunt.

H: Cita tre rapper over 21 che consiglieresti a chi inizia ad ascoltare rap ora.

Non risponde, ndr

H: Se tu dovessi scegliere un posto e un’epoca storica in cui fare il rapper, sceglieresti questa o preferiresti essere altrove?

N: Sicuramente sfondare 10 anni fa in America sarebbe stata un’altra storia: il rap era rap, quindi penso mi sarebbe piaciuto vivere quel periodo.

H: Raccontaci qualcosa della tua etichetta e del tuo produttore: come vi siete conosciuti e che tipo di rapporto avete?

N: Ci siamo conosciuti dopo l’uscita del mio primo video No Story e da lì si è instaurato un rapporto di lavoro e amicizia, con i suoi alti e bassi ovviamente.

H: G-Lu è il nipote di Coolio e in effetti la vostra etichetta sembra avere un approccio molto “americano” al rap: è effettivamente così o è solo un’impressione?

N: L’ambiente è sicuramente il più americano (e non solo) che trovi da queste parti: spacca molto questo lato della mia etichetta, molto internazionale.

H: Quando abbiamo lanciato il sondaggio su chi intervistare per la nuova puntata dello speciale under 21, la maggior parte delle persone interpellate ci ha fatto il tuo nome. Che effetto ti fa essere già così conosciuto e apprezzato dal pubblico ad appena 18 anni?

N: Sicuramente è una bella soddisfazione e mi fa piacere avere tutto questo riscontro. Siamo solo all’inizio.

NB: Se volete segnalarci i rapper under 21 che vorreste vedere intervistati in questo speciale, i metodi sono sempre i soliti: Facebook, Twitter e Hotboards. I suggerimenti sono molto graditi!